Marketing , in poche parole.
Il marketing è una materia molto complessa, la sua definizione subisce la confluenza di diverse discipline tanto quanto di diversi strumenti che ad essa si collegano.
Philp Kotler reputato tra i massimi esperti del settore, e da molti ritenuto anche il fondatore dello stesso come disciplina, ha contribuito notevolmente a portare la materia nel mondo e nell’ottica del management.
Nell’ultimo ventennio il concetto di marketing ha subito inflazionismi, abusi e storpiature.
Quello che fu descritto da Kotler come un processo, appare sempre più associabile agli strumenti, ai contesti ed ai campi di applicazione.
Spesso accade di sentire o vedere il termine marketing associato ad un prefisso o suffisso che si correla al settore o allo strumento che si utilizza.
Nascono dunque le declinazioni più svariate, tra cui: ambush, buzz, direct, guerrilla, non convenzionale, tribal, virale, urban, neuro e geomarketing.
Altre sono le varietà associate al settore, dove quindi, tra le tante, si rintracceranno le voci di marketing: immobiliare, fieristico, legale, turistico, territoriale ed enogastronomico.
Appare necessario in questa sede specificare differenze e perimetri di alcuni concetti riguardanti la materia.
La parola deriva dall’inglese market (mercato) e la “ing-form” indica l’azione di “fare mercato”.
Dalle numerose definizioni dell’AMA (american-marketing-association) nel 1985 si legge « Una funzione organizzativa ed un insieme di processi volti a creare, comunicare e trasmettere valore ai clienti, ed a gestire i rapporti con essi in modo che diano benefici all’impresa ed ai suoi portatori di interesse. »
L’evoluzione più significativa di tale definizione arriva nel 2013: “attività, insieme di istituzioni e processi per creare, comunicare, offrire e scambiare le offerte che hanno valore per i clienti, partner e per la società in generale”.
Lo stesso Kotler ha più volte sostenuto che si può parlare di marketing se c’è “l’individuazione e soddisfacimento dei bisogni umani e sociali”, definendolo in modo più completo come: “processo sociale attraverso il quale gli individui e i gruppi ottengono ciò di cui hanno bisogno attraverso la creazione, l’offerta e lo scambio di prodotti, di servizi e di valori.”
Appare dunque legittimo sostenere che il marketing sia un processo. Questo processo si compone di una parte strategica ed una operativa. Queste due parti vedono il loro sviluppo nelle fasi di:
1) Analisi
2) Strategie e pianificazione
3) Operatività
4) Modifiche o implementazione
5) Monitoring
Ritengo necessario quindi creare una linea di demarcazione tra il marketing e i presunti tali.
Il social media marketing non può essere definito tale se non risponde a quella complessità di scenario a cui il marketing stesso risponde.
I social media sono uno strumento del webmarketing, un’operatività appartenente alle attività previste dalla leva della comunicazione, senza un piano di analisi, obiettivi chiari, individuazione di target e strategia restano tali, cioè strumenti.
Ancora meno appropriato è l’uso del termine “facebook marketing”, concetto che riduce la complessità del marketing ad una mera funzione di advertising tramite un unico strumento di social network. Ben altre considerazioni possono essere fatte sulle applicazioni ed i settori. Fermo restando che non esiste marketing senza strategia, webmarketing come marketing territoriale, sono concetti che facilitano l’individuazione del campo di applicazione. E’ pertanto più opportuno ritenere adeguate, in assenza delle componenti che costituiscono la disciplina sin qui definita, definizioni quali “social media management” che come spiega Giovanni Ciofalo riguarda la “gestione degli strumenti che si sono sviluppati nell’ambito delle ICT e che sembrano aderire sempre di più al comparto del webmarketing.”
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