blog storytelling e web writing in politica
Blog, storytelling e web writing ormai sono parole d’ordine per chi si occupa della propria presenza online. Un tempo lo slogan rappresentava la forma di sintesi di una comunicazione che mirava a colpire l’utente e la sua attenzione.
Col passare del tempo, il sovraffollamento dei mercati, il cambiamento paradigmatico della comunicazione e varie evoluzioni tecnologico-culturali quanto sociali ed economiche, hanno costretto i buoni comunicatori a trovare maggiore analisi a discapito di una sintesi che sarà costretta ad impieghi di tipo mnemonico. Ciò che prima era uno slogan, diventa adesso un pay-off, utile per il richiamo alla memoria di un ben più complesso racconto. La comunicazione dunque si sposta su un nuovo asse, quello dello storytelling. Con tale termine si indica un discorso narrativo che usa i principi della retorica validi per promuovere valori e idee, incentrandosi sulle dinamiche di influenzamento sociale.
Lo sviluppo di questa metodologia va dal campo pedagogico al campo educativo, finendo in una ottica di comunicazione per il consenso. Gli strumenti che sin qui sono stati illustrati prevedono delle tecniche specifiche di storytelling, quindi delle strategie di racconto e narrazione che devono essere adattate ed estese a tutte le dimensioni del racconto e dunque tradotte nella scrittura più consona: il web writing.
Storytelling secondo Michele Iorio.
Il web writing come sostenuto da Alessandro Lovari rappresenta un insieme di tecniche, stili e modalità che meglio si possono adattare alle diverse piattaforme social su cui si redige un contenuto. Storytelling e web writing possono essere accostati ma non confusi; il primo rappresenta la strategia di racconto del sapere, saper fare e saper essere, sfruttando archetipi, emozioni, linguaggi precisi e mirati. Il secondo rappresenta la forma con cui si riportano i contenuti in base allo strumento che si è scelto.
Come sostiene Daniele Chieffi, il web writing consente di dare la forma più adeguata alla nostra comunicazione nel web, ponendo l’accento su alcune differenze sostanziali tra la comunicazione cartacea, tradizionale e quella on-line.
La lettura su display rispetto alla lettura su carta comporterebbe un affaticamento della vista che secondo Jakob Nielsen può essere fino al 25% superiore.
Altre peculiari e sostanziali differenze rispetto ai supporti tradizionali, obbligano ad alcune considerazioni e accortezze per chi edita sui social. Guido Di Fraia ricorda l’importanza del coordinare testo e grafica in quanto il font, l’accuratezza grafica, la semplicità e l’intuitività rappresentano un elemento di apprezzamento da parte del lettore. Stefano Epifani da importanza tanto alla cura del contenuto editoriale, utilizzando link, organizzando il contenuto per aree, rispondendo alle “5 W”, quanto alla parte più visiva che sancisce la gradevolezza della pagina riassunti nella logica “look & feel”. La semantica, tanto quanto il lessico, cambiano di supporto in supporto, variando dai 140 caratteri iper-sintetici di Twitter alle logiche più conversazionali di Facebook.