BTM Puglia 2017 , alcune considerazioni da tenere a mente.

BTM Puglia 2017 : un successo ? Forse l’inizio della fine.

Il BTM Puglia 2017 si è concluso sabato 18 febbraio a Lecce nelle sale del Castello Carlo V. Una passerella durata 3 giorni che ha visto sfilare enti pubblici e privati, amministratori, operatori, docenti e professionisti del turismo e del marketing turistico.

La manifestazione BTM Puglia, la cui sigla indica Business Tourism Management ha l’intento, da tre anni a questa parte, di riunire il mondo turistico del territorio per fare il punto sullo stato dei lavori, sul mercato e sulle nuove dinamiche che lo governano.

Un intento valido, non corrisposto interamente nei contributi che si sono susseguiti in questa tre giorni. Sono rimasto incredibilmente perplesso nel notare un ritardo catastrofico nella gestione del turismo, nell’approssimazione organizzativa, e nella mediocre preparazione nel campo del marketing territoriale quanto nel suo sviluppo paradigmatico del 2.0.

Chi ha realmente a che fare con il management turistico riuscirà sicuramente a cogliere queste brevi considerazioni che mi accingo a fare.

  1.  Chi mastica marketing conosce le sue leve strategiche. Al BTM Puglia si è discusso prevalentemente (se non totalmente) di posizionamento e promozione.
    In pochi hanno sottolineato la necessità di intervenire sul prodotto. Abbandonato a se stesso, in mano all’incuria, all’illegalità e all’abusivismo dirompente, in taluni casi con evidenti dinamiche di stampo mafioso.BTM Puglia
  2. E’ evidente che davvero pochi abbiano colto l’essenza del 2.0. Utilizzare le vecchie strategie “push” non ha più senso. Dal transazionale siamo passati al relazionale ma eminenti esperti del settore sembrano davvero non averlo capito. L’utente ha il potere di essere editore e informatore. Una foto, un’iniziativa, un contenuto, possono diventare virali e influenzare l’opinione pubblica. Non è sufficiente dunque attrezzarsi di fotografie professionali, di booking engine; serve accogliere e ascoltare la voce del web per filtrare la richiesta della domanda e implementarne l’offerta. Se solo questo venisse fatto ci si renderebbe conto che il prodotto Salento sta rischiando grosso. Come evidenzia questo grafico che raccoglie le critiche del web inserite in 4 categorie principali.
  3. Se l’intento è quello di mungere la vacca fino all’ultimo allora questa BTM Puglia è del tutto inutile. Il lucrare fino all’ultimo ai danni del patrimonio, dell’ambiente e farlo nonostante le conclamate difficoltà sociali, politiche ed economiche di un territorio, riesce perfettamente a tutti. A tutti coloro che affittano casa in nero spacciandosi per B&B, a tutti coloro che anche il giardino di casa diventa un parcheggio a pagamento e a tutti coloro che riempito il furgone o la station wagon di alcoli improvvisano vendita on the road.

Il turismo è il petrolio del Salento, ed è su questo settore che i rapaci sono determinati a sbranare la preda. Si smetta allora di parlare solo del ramo commerciale dell’azienda Salento. Destagionalizzare, aumentarne la redditività con maggiori servizi e minori sprechi, governare il turismo e non esserne schiavi con la bava alla bocca.

Un’ultima considerazione, più vicina agli occhi del cittadino che non del turista. I dati sono evidenti: il Salento è in pieno boom turistico da 5 anni, il che avrebbe dovuto avere delle ripercussioni positive sull’intera popolazione. Le strade ridotte a groviera, i trasporti non regolati e assolutamente insufficienti, il proliferare di piccole terre dei fuochi in ogni dove, nonostante questo boom ? Allora cosa succedere quando l’offerta sarà satura e la domanda tornerà a decrescere ? La risposta è facile, chi ha spremuto la vacca avrà grandi conserve di latte con cui saziarsi, agli altri resterà l’onore della cronaca per essere vissuto in un momento di esaltazione del proprio territorio e si sfamerà di sola gloria.

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