Dieci cose che devi sapere sul referendum costituzionale e che ti potranno aiutare ad orientarti meglio nella scelta.
A sentire politici, costituzionalisti e giornalisti, più che un referendum stiamo andando verso un sentitissimo derby tra due squadre e due tifoserie che si odiano. Proviamo a fare chiarezza, entrando nel merito della riforma in maniera (spero) più imparziale possibile.
Ecco le dieci cose che devi sapere sul referendum costituzionale.
- Per mezzo secolo gli occupati, la borsa, le strade, le scuole, non sono crollate per il bicameralismo perfetto: se vince il “NO” continuerà a non accadere nulla di tutto ciò.
- Se vince il “SI” non diventeremo ne più ricchi ne più belli, ne più felici. Verrà modificata la seconda parte della Costituzione per le parti riguardanti:
- Funzionamento delle camere e Iter legislativo
- Funzioni e composizione del Senato
- Elezione del Presidente della Repubblica e fiducia al Governo
- Leggi di iniziativa popolare e referendum
- Abolizione CNEL
- Rapporto Stato ed enti locali minori
- Elezione giudici corte Costituzionale
- Di per se non c’è alcun rischio di deriva autoritaria con la Riforma Costituzionale, questo rischio appare chiaro ed evidente nel combinato con l’attuale legge elettorale (Italicum).
- Il risparmio per le casse dello Stato, grazie a questa riforma, si sarebbe dovuto (secondo le voci del Governo) aggirare intorno ai 500 milioni di euro. Il più autorevole organismo di controllo, la ragioneria di Stato, ha valutato il risparmio presunto intorno ai 57 milioni di euro. Solo il CNEL (consiglio nazionale economia lavoro ) il cui bilancio si attesta sui 30 milioni di euro, con i suoi 65 membri e i suoi 70 impiegati, rappresenta più di metà del risparmio – grazie alla sua soppressione – su cui tutti sembrano essere d’accordo (perché nessuno ci ha pensato prima ?)
- La Riforma Costituzionale prevede un restringimento quantitativo degli accessi al campo partecipativo mediante queste direttive:
- Per proporre disegni di legge di iniziativa popolare serviranno il triplo delle firme attuali, non più 50 mila ma 150 mila.
- i referendum abrogativi avranno due possibilità di realizzazione: 500 mila firme con un quorum del 51% degli elettori, oppure 800 mila firme con un quorum del 51% dei votanti alle ultime elezioni politiche
- Se si raggiungessero le quote sopra indicate, non sarà necessario il raggiungimento di un quorum ma basterà la metà più uno dei votanti.
- Il Senato quindi non verrà certamente abolito, resteranno in piedi i costi delle commissioni, del palazzo, dei rimborsi e dei nuovi 100 senatori e dei loro staff e sarà così composto:
- 74 nominati dai consiglieri regionali
- 21 nominati tra i sindaci ( 1 per Regione )
- 5 nominati direttamente dal Capo dello Stato, rinominati “senatori per meriti speciali” simil ex senatori a vita.
- nominati significa scelti dagli stessi politici e non più direttamente dai cittadini, i criteri con i quali saranno nominati non sono riportati in Costituzione, e sarà compito dei singoli consigli regionali indicare le modalità di nomina.
- In che senso si modifica il rapporto tra Stato ed enti locali ? Dovrebbe sparire la parola provincia dalla Costituzione, ma allo stato attuale permangono le strutture, anche esse non elette ma nominate, ma in tal senso vi è poca chiarezza. Le Regioni non avranno più legislazione su materie come: ordinamento delle professioni e comunicazione. Protezione civile, produzione e distribuzione energia, infrastrutture strategiche, disposizioni su attività culturali e turismo. Lo Stato diventa sempre più accentratore. In soldoni sarà sempre meno possibile per le Regioni opporsi ad opere come TAV, TAP, MOSE, Ponte sullo Stretto e via dicendo. Per lo scioglimento dei consigli regionali sarà il parere del Senato a decretarne l’attuazione, cioè gli stessi consiglieri.
- Con questa riforma, il Senato, detto “camera alta” per l’originaria azione di controllo sull’operato della camera dei deputati, non potrà più esprimere la fiducia o sfiduciare il Governo. Tale azione resta in capo solo ed esclusivamente alla camera dei deputati, la quale, con l’Italicum, essendo composta da una maggioranza gonfiata dal premio, sarà in mano ad un solo partito.
- Il Presidente della Repubblica deve essere e rappresentare un ruolo sopra le parti, una garanzia, un uomo dello e per lo Stato. Dal quarto scrutinio, per l’elezione del Presidente, non sarà più necessaria la maggioranza assoluta ma i 3/5 dell’assemblea
- La riforma, nel suo titolo, esprime l’intenzione di superare il bicameralismo paritario in favore non di un monocameralismo ma di un altro bicameralismo ancora da comprendere al meglio. Infatti :
- Il Senato non viene abolito e restano in piedi i costi di gestione. Pagheremo i nuovi Senatori, con diarie, rimborsi ed eventuali indennità. Pagheremo anche i gruppi parlamentari e le commissioni, la gestione degli immobili e i servizi ed il personale con relative indennità.
- Il Senato si svuota parzialmente di poteri in favore della Camera dei Deputati.
- L’iter legislativo si velocizza solo in alcuni casi. Infatti basterà che 1/3 dei senatori faccia richiesta entro 10 giorni dall’approvazione di un disegno di legge della Camera e potrà discuterla e proporne modifiche. Praticamente identico allo stato attuale. La camera potrà respingere le richieste di modifiche da parte del Senato solo con maggioranza assoluta.
- Il Senato avrà identiche funzioni su ben 16 categorie di disegni di legge che riguardano per esempio: La revisione della Costituzione, referendum popolari, trattati UE.
- Per abbattere i tempi la nostra Costituzione già prevede strumenti come i Decreti e l’eliminazione in toto di emendamenti ostruttivi e oppositivi (spesso contestati) ed in realtà il tempo medio delle Leggi in Italia è nella media Europea, anzi, a volte deteniamo dei record: basti guardare Riforma Fornero e Lodo Alfano.
Ovviamente ho un’idea ben chiara su cosa andare a votare il 4 dicembre. Ho pensato fosse opportuno, al di la della mia professione di consulente politico, provare a tracciare una linea costituita da dieci cose che devi sapere sul referendum costituzionale prima di esprimere la tua scelta. Se credi possa essere utile condividi questo articolo e se sei in disaccordo approfondiamo in area commenti. La democrazia, qualunque sia l’esito del referendum, passa sempre dalla nostra partecipazione.
5.2 non mi pare corretto:
Art. 75:
È indetto referendum popolare per deliberare
l’abrogazione,
totale o parziale,
di una legge
o di un atto avente
forza di legge,
quando lo richiedono
cinquecentomila
elettori
o cinque Consigli
regionali.
Corregimi se sbaglio.
Ciao Matteo,
ottima osservazione. Infatti grazie alla tua segnalazione ho modificato il punto 5.2
Alcune cose rimangono abbastanza vaghe, per questo ti linko un articolo che potrebbe approfondire la questione che intendevo sollevare (non riuscendoci).
Ciao e grazie.
http://www.ilmessaggero.it/home/referendum_quesito_800_mila_firme_ddl_riforme-491341.html