In molti sostengono che ci siano cose ben più importanti della legge elettorale. Eppure si tratta delle regole del gioco, di tutto ciò che riguarda il funzionamento della cosa pubblica. Del come, quando, perché, dove e chi dovrà rappresentare i cittadini nelle relative istituzioni.
Ed è proprio per questo motivo che la legge elettorale è l’argomento più temuto e sensibile. All’interno dei palazzi ben più che nelle strade (dove per ignoranza, pigrizia o semplice incomprensibilità sfugge l’importanza), il tema è spinoso ed obbliga i partiti a riposizionamenti e accordi.
Di fatto la legge elettorale rappresenta i criteri e le regole con cui ci si può candidare e vincere le elezioni. Come per i bandi pubblici e le gare d’appalto, criteri e regole sono fondamentali per scongiurare che si creino le solite ditte mangiatutto e che non sia tutto stabilito a tavolino. L’intero attuale scenario politico italiano si regge su una peculiarità: il Movimento 5 Stelle non si allea con altri simboli, partiti, movimenti. Il che rende di semplice lettura l’attuale proposta di legge come la direzione di tutte quelle che verranno: vince chi ha listoni, alleanze e gradi cordate.
Ecco perché, dopo un periodo di unificazione dei partiti, e degli unici brand come PDL e PD, si ritorna alla frammentazione dell’offerta. Da un panorama fortemente bipolare ad uno tripolare, vediamo il perché. Il PD si scompone in Possibile, Sinistra Italiana e MDP. Forza Italia lancia la sua estensione di brand dalle parti della Brambilla, con il nuovo Movimento Animalista. Quest’ultimo rappresenta il perfetto utilizzo del concetto di riposizionamento sul mercato. Con una crescita così ampia delle sensibilità animaliste, appare geniale il lancio di questo prodotto sul mercato. E’ evidente che la casa madre sia Forza Italia ed il nuovo Movimento aumenterà il consenso indiretto al partito di Berlusconi di almeno 4-5 punti percentuale. Marciare divisi e colpire uniti è una strategia molto valida in determinati contesti, dove, vuoi per delle difficoltà interne, vuoi per erodere e presidiare fasce di consenso altrui, i partiti lanciano dei nuovi prodotti, fortemente integrati con la casa madre. Non bevi Coca-Cola perché è troppo zuccherata? Ecco Coca-Cola zero. E’ poco green? Ecco Coca-Cola life. Se proprio non ti piace allora sappi che Coca-Cola sui banconi del supermercato è anche acqua, succhi di frutta e birra.
Ciò avviene anche per i partiti.
Se non voti PD perché c’è Renzi, eccoti Sinistra Italiana. Se non lo voti perché troppo poco vicino al mondo del lavoro eccoti MDP. E così accade a destra. Se troppo destra eccoti un po di centro, se troppo al centro eccoti un po di destra. Se poco vicino ai pensionati eccoti il partito, se poco animalista eccoti il movimento.
A proposito di Movimento, come la mettiamo con i pentastellati? Se rimanere inflessibili sulle proprie politiche interne ha rappresentato fino ad oggi il vero punto di forza, appare evidente che l’acquisizione di ulteriore consenso sarà dovuto dalla capacità di invadere altre aree. Per farlo esistono solo tre alternative: allearsi, estendere la propria linea, o entrare in nuove aree di consenso. La prima appare impraticabile e molto probabilmente risulterebbe un boomerang. La seconda è la più attendibile, permettendo la nascita di sub-movimenti (come liste civiche) con animi specifici : animalisti, vegani, sportivi, pensionati, tanto per dirne alcuni. La terza è quella che sembra essere percorsa, ma il rischio è quella che da Movimento 5 Stelle si passi al Movimento 4 stagioni.
Per piacere a tutti o a più persone, non c’è altra soluzione.