Nuovo simbolo della Lega Nord: più che un logo sembra un’istigazione.

Salvini e le ambizioni da premier: ecco come il partito del carroccio prova a riposizionarsi. Presentato il nuovo simbolo della Lega Nord, che strizza l’occhio al meridione tradendo le sue radici.

Il nuovo simbolo della Lega Nord è un tentativo di riposizionarsi sul mercato elettorale, lisciando il pelo agli ex nemici di sempre. Sono lontani gli anni in cui i meridionali erano colerosi e terremotati. Anni in cui sotto il Po si sognava una scossa che separasse il felice, ridente e ricco nord, da un triste, malavitoso e povero sud. Ma si sa, i tempi corrono e la bussola indica che c’è sempre un sud più a sud. C’è sempre un terrone più terrone, un povero più povero. E poi si sa, per tenere testa alle ambizioni di governo di Salvini non si possono mica triplicare le nascite di settentrionali puro sangue. Allora bisogna chiedere il voto anche a quelli lì, quelli sotto il Po. Turarsi il naso e sperare di non contrarre malattie. Un lavorio lungo, certosino e curato nei minimi dettagli. Ecco le principali azioni di comunicazione leghista per posizionarsi come forza nazionale e non più settentrionale.

  1. Il nemico unico, in pieno stile propagandistico, diventa l’immigrato. Figura mitologica che solitamente è descritta come assassino, pericoloso, stupratore, e se ci ruba il lavoro ed è “negro” è perfetto. Ottimo padre di famiglia o spacciatore, rom o senegalese, nato in Italia o meno, non importa, l’importante è che vada “via dalle balle”.
  2. Pensioni e lavoro. Ovvero il ciclo di vita di una persona. Sono questi i temi (oltre all’immigrazione) al centro dell’agenda della Lega di Salvini. Di fatto comprendono tutto, ma sono solo due temi. Una scelta ottima per colpire dai più giovani ai più anziani, senza entrare nel merito ma seguendo il malcontento di chi non trova lavoro (colpa degli immigrati o al massimo dell’Europa) e di chi ha lavorato per anni e dovrà continuare a farlo in attesa di una pensione che si allontana sempre di più.
  3. Cambiare volto, cambiare volti. Non più Bossi, Borghezio, Maroni. Il volto televisivo, radiofonico è solo quello di Matteo Salvini. Candidato premier, segretario, padre, padrone, custode, tesoriere, cuoco, usciere, fosse per lui si potrebbe anche cancellare il nome della Lega, al posto di un Noi con Salvini (già fatto).

Ecco da dove nasce il nuovo simbolo della Lega Nord.

  • Sparisce il verde padano
  • Entra il blu/azzurro italiano
  • via il sole delle Alpi
  • Scompare l’indicazione “NORD”

Resta soltanto il nome “LEGA” e la rappresentazione di Alberto da Giussano, leggendario combattente della battaglia di Legnano. Leggendario appunto perché studi storici non comprovano la reale esistenza. Così il logo rappresenterà solo un mito, una leggenda, quella di un uomo mai esistito e quella di un leader mai diventato.

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