#presanelquorum senza aspettarsela ? Ecco alcuni spunti per non bissare ad ottobre.
#presanelquorum ma il dolore lo senti solo alla fine. Dal mancato raggiungimento del famoso 50 + 1, tra uscite poco felici, scarico di responsabilità ed una buona dose di sconcerto , l’Italia approva la proroga sine die per l’estrazione fino ad esaurimento dei giacimenti presenti al largo delle nostre coste.
#presanelquorum chi l’avrebbe mai detto? In realtà era scontato. Le opposizioni ed i suoi elettori sembrano storditi da un esito però scontato. Nella più positiva delle prospettive avevo immaginato un’affluenza del 38% (ottimista), le opposizioni addirittura la vittoria del SI. Come hanno fatto a immaginare uno scenario del genere? L’elettorato M5S è per gran parte under 40, fascia dove peraltro si riscontra maggiore tendenza all’astensionismo. La Lega e Fratelli d’Italia non hanno partecipato attivamente e quel poco che hanno fatto era diretto a territori che non subivano direttamente le indicazioni del referendum. SEL ormai ha più eletti che elettori. Il Partito Democratico era per l’astensione oppure “no” e Forza Italia, non pervenuta. Con questi presupposti è possibile che nessuno, ma proprio nessuno, sia stato in grado di prendere delle contromosse o quanto meno di prevederne l’esito?
La verità è che da questo referendum ne usciamo tutti sconfitti, ecco almeno cinque motivi per cui l’abbiamo #presanelquorum
- Uno Stato che attraverso i suoi uomini, e tramite il principale partito, promuove l’astensionismo, è un precedente pericoloso. Dove c’è partecipazione c’è democrazia. Amen.
- Opposizioni incompetenti. Come esser tornati ai tempi di Nanni Moretti e dei suoi girotondi. Le massime forme di opposizione cascano sempre nel tranello governativo (o complici o incapaci) , ad ogni loro azione equivale un trionfo netto della controparte.
- Le trivelle continueranno il loro lavoro di estrazione, in barba ai danni ambientali e alle scadenze delle licenze.
- Se il punto 3 non si fosse realizzato, nella mancanza di un piano energetico nazionale, avremmo aumentato i costi di importazione, per energie provenienti dall’estero magari Russia o peggio stati canaglia che finanziano i terrorismi.
- Il referendum ha alimentato l’ego spropositato di un Premier gravemente affetto da un disturbo narcisistico di personalità, ormai border line.
Il Governo sbandiera il trionfo dell’astensione, che sciagura. Le opposizioni minacciano ricorso all’Europa e sono pronte a dialogare per un piano energetico nazionale. Ecco, bravi, magari a farlo prima del referendum? Vedete, il tranello è sempre lo stesso. Una dicotomia tra il bene ed il male, tra “ciò che produce lavoro, ricchezza e demagogia, terrorismo ideologico…”. Alle urne il popolo, pigro e spesso poco informato, non ha bisogno di due squadre che si giocano un derby (e qui si fonda metaforicamente la vittoria di Renzi) ma di una nuova competizione. Sul “si” o sul “no”, sulla dicotomia “rabbia vs speranza” , “europa vs populismo” , le forze di governo hanno sempre maggiore impatto e potere su media, informazione ed elettorato. Giocare una nuova partita di controproposte, promuovendo una campagna mesi prima (non cinquanta giorni), creando una fitta rete di alleanze per muovere l’elettorato, è l’unica svolta possibile. Di cosa stupirsi allora? Uomo avvisato quorum salvato? Vedremo. Nell’attesa di risposte, per non cadere nel prossimo tranello, le opposizioni pronte alle barricate per il referendum sulle riforme costituzionali, si attivino già da subito per una proposta comune. Il referendum abrogativo ha sempre facilitato la forza di governo. L’elettore deve misurarsi, nell’urna, con l’idea di avere una proposta alternativa, non con il giudizio su una sola alternativa. Se vi avessero chiesto: vuoi morire di fame o di inquinamento ? Ecco, ho esagerato, ma spero si sia capito.
Matteo Renzi sta già preparando il terreno: “un voto per il cambiamento”, l’ha chiamato, incentrando tutta la responsabilità della riuscita di questa riforma sul suo Governo, trasformando il referendum in un plebiscito “o con me o contro di me”. E’ il solito giochetto dicotomico. Sapranno le opposizioni scalzarsi da questo subdolo tranello? Sapranno uscire dalla pura logica “si” contro “no” ,che della dicotomia ne è pura esaltazione? Speriamo di si, altrimenti qualcuno si stupirà senza essersi reso conto che è da tempo che la stiamo prendendo nel quorum, il dolore arriva sempre alla fine.