Psicosocial, una raccolta di informazioni per riconoscere e prevenire disturbi derivanti dal mondo 2.0.
Psicosocial non è una contrazione del termine esteso “psicologia sociale”. Non è neanche una materia, un ramo, una specializzazione. Psicosocial è il nome di questa rubrica che utilizzerò per dare spazio a ricerche, informazioni, materiali tecnico-scientifici e analisi di disturbi, disagi e patologie che nascono nel mondo del web. L’interazione con il web e la nascita del 2.0 (cioè il sistema relazionale nel web) , porta oggi ad avere come principale strumento relazione un display.
Ben 7 ore al giorno di media. In Italia è questa la media oraria trascorsa sul web, di cui 5 sui social network.
Lo smartphone è diventato il migliore amico dell’uomo, da mezzo diventa fine. In esso sfoghiamo tutta la nostra socialità. Mail di lavoro, chat con partner o potenziali tali, post con amici, tweet con vip, foto, video e musica condivisa. La centralità dello smartphone è indiscutibile. Possiamo dimenticare le chiavi di casa e non tornare a prenderle, ci sarà qualcuno ad aprirci, ma il cellulare no. Facendoci caso, in realtà, la prima cosa che controlliamo avere in tasca è proprio lo smartphone.
Vi è capitato mai di parlare con qualcuno e avvertire la sensazione che non ti stia considerando? Si, non è una sensazione, la sua attenzione è parziale continua, nel migliore dei casi. Nel peggiore sta chattando, scrollando o semplicemente vagheggiando sul suo smartphone. Vi è mai capitato di avere la tv accesa e di trascorrere più di metà del tempo del film, programma o trasmissione davanti al cellulare? Vi siete mai innervositi di una mancata spunta sulla chat di whatsapp ? Avete mai rischiato un incidente stradale per controllare le notifiche ? Attacchi di panico, frustrazione, irritabilità, pensieri ossessivi, comportamenti compulsivi e difficoltà di adattamento sociale, sono disturbi all’ordine del giorno, spesso alimentati da un senso di onnipotenza che il web alimenta.
Allora ho pensato a Psicosocial, una rubrica per diffondere la conoscenza di alcuni disturbi, che possono essere riconosciuti e quindi prevenuti e curati. Mi avvarrò di fonti attendibili e del contributo di esperti per evitare di mettere in circolo informazioni inesatte.
Dipendenza ciber-sessuale, disturbi ciber-relazionali, ossessioni di net-gaming e ancora crackberry, Internet addiction disorder, sono alcuni dei disturbi più frequenti che possono degenerare in patologie, anche gravi, che mettono a repentaglio l’equilibrio psicologico dell’individuo e la sua capacità di relazionarsi.
Un percorso nuovo, nato dallo studio e dal lavoro pluriennale su web e social media, che ora voglio tradurre in un aiuto concreto, non solo per marketing e comunicazione di privati ed imprese, ma per ciò che è e deve restare al centro di tutte le nostre attenzioni: la salute psicofisica dell’individuo.
Ogni contributo è gradito e questo spazio sarà a disposizione di tutti i professionisti, ricercatori, ed informati, per poter esprimere e divulgare le proprie conoscenze e fornire un servizio utile alla società.
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