Referendum sulle trivelle, cosa, perchè e come si vota. Poche parole per fare chiarezza.
Domenica 17 si vota per il “referendum sulle trivelle”. Chi ne ha capito qualcosa? Pochi. Chi si è informato in maniera imparziale ? Pochissimi. Proviamo a rendere il tutto più chiaro.
Immaginatevi un lido, un taxi o una qualsiasi impresa che acquisisce delle licenze con scadenza ventennale per svolgere la propria attività. Ora immaginate che tutti questi esercizi vogliano rinnovare le licenze in scadenza al ventesimo anno. Prendete alcuni di questi e rinnovate le loro licenze senza ulteriori oneri economici e controlli. Prendete la restante parte e concedete il rinnovo solo dopo averli tassati e controllati.
Ecco, questo è quello che il referendum sulle trivelle si propone di fare. Proviamo a dare risposte chiare e più imparziali possibile alle domande più comuni sul tema.
Si vota per permettere altre trivellazioni ?
No, si vota per concedere alle piattaforme già presenti entro i 20 km dalla costa italiana (adriatica nello specifico) la deroga della licenza, permettendo senza ulteriori oneri e senza relativi controlli, di continuare ad estrarre fino ad esaurimento delle risorse.
Quali sono le alternative?
Se vince il NO oppure l’ASTENSIONE (con mancato raggiungimento del quorum) si concederà, una volta scaduta la concessione, di continuare ad operare fino ad esaurimento delle risorse. I favorevoli a questa alternativa avanzano l’idea che le piattaforme sono già esistenti, che il Paese necessita di quel tipo di risorse estratte dai fondali e che quindi sarebbe uno spreco (a danno fatto) non esaurire il potenziale del sottosuolo marino.
Se vince il SI, una volta scaduta la concessione, le piattaforme dovranno cessare le loro attività. A favore di questa opzione ci sono idee di sviluppo sostenibile e di disinvestimento dalle risorse ritenute obsolete e pericolose sia in fase di approvvigionamento sia nelle conseguenti fasi di smistamento, smaltimento e utilizzo. In definitiva il SI promuove un’ottica ambientalista di rispetto del mare e di avanzamento delle pratiche di sviluppo energetico sostenibile.
Perchè andare a votare? Perchè raramente ci viene chiesto il parere. Ricordo che l’astensionismo è legittimo, promuovere l’astensionismo da parte di cariche pubbliche è proibito secondo la Costituzione.
Perchè votare no o astenersi? Perchè il 30% circa dell’energia utile al nostro Paese deriva da fonti rinnovabili, eco-sostenibili o altri tipi di energie. Il restante 70% (circa) delle energie richieste, deriva da idrocarburi, petrolio ecc. Più del 45% di queste risorse sono di importate dall’estero, motivo per il quale le forze governative hanno proposto il Nucleare (bocciato con uno storico 90%nel referendum del 2011 )
Perchè votare si? Perchè le estrazioni in mare producono inquinamento (studi di Greenpeace, wwf e di vari istituti) e proiettano il Paese a mantenere canoni obsoleti di approvvigionamento energetico. Votare “si” significa rimproverare la mancata prospettiva ventennale, di un piano energetico lungimirante e sostenibile. Altresì la vittoria dei si metterebbe nell’esempio di inizio post tutti nelle stesse condizioni.