Riccioneachi , l’hashtag in risposta alla campagna di Riccione #machenesannoagallipoli.
Riccioneachi nasce in risposta a #machenessanoagallipoli , hashtag con il quale Riccione promuoveva il territorio per l’ormai imminente stagione estiva.
Il caso nasce alle ore 9:30 di lunedì mattina, quando operando per un cliente del settore turistico, che opera nel Salento, scopriamo che la pagina Facebook Operazione Riccione Notte , ha iniziato una campagna social per contendere lo scettro di metà turistica del divertimento estivo a Gallipoli.
Per un social media manager questa rappresenta una delle occasioni più ghiotte. Abbiamo dunque studiato una strategia in risposta, lanciando una campagna social #riccioneachi ? Come ci siamo arrivati? Perchè ha riscosso successo? Ecco qui una breve spiegazione che può tornare utile.
- Il posizionamento di Riccione è simile a quello di Gallipoli: mete turistiche di punta, specializzate nel campo dell’intrattenimento serale/notturno.
- Riccione ha bisogno di richiamare il suo target sottratto da Gallipoli perciò passa all’offensiva.
- In termini di servizi e divertimento Riccione vanta una classe imprenditoriale e amministrativa riconosciuta come tra le più valide in Italia e non solo.
Considerazioni fondamentali per studiare una campagna social di risposta. Abbiamo perciò focalizzato la nostra attenzione su alcuni punti di forza di Gallipoli, cercando di sottrarci da un parallelismo limitato , in un campo dove Riccione avrebbe potuto dire la sua.
Accogliere la sfida sullo stesso terreno, quello dell’intrattenimento, sarebbe potuto essere fatale; i criteri possono essere troppo soggettivi e la sfida è realmente aperta. Allora ci siamo posti questa domanda: perchè il target turistico che preferiva Riccione adesso sceglie Gallipoli? Semplice, perchè rispetto ai servizi, alla buona amministrazione ed al divertimento, Gallipoli annovera un mare da favola, prezzi competitivi, collocazione in un territorio provinciale di grande sviluppo e attrattività turistica e differenze naturalistiche, paesaggistiche e storiche assai diverse.
Allora la migliore risposta era quella di sottrarci ad un duello inutile, rispondere in maniera simmetrica avrebbe significato accettare di stare sullo stesso piano di Riccione, sostenendo dunque una battaglia (social si intende) che doveva puntare solo all’esaltazione degli eventi, della vita notturna e dell’intrattenimento. Sul piano nazionale si sarebbe potuto plasmare un secondo tentativo di delegittimazione del territorio Salentino, è successo già con Lecce (chiamata la Firenze del Sud), e non potevamo permetterci di alimentare la possibilità di far rinominare Gallipoli “Riccione del Sud”. No, Gallipoli è altro, sfruttando i punti di forza abbiamo capito che era il caso di sottrarci da questo accostamento e non farci dare del Riccione : Riccioneachi ?
Ironia, originalità e tempestività hanno creato un effetto virale in rete. L’hashtag si è subito propagato in rete, raccogliendo, come da intenzioni, una marea di post che nulla avevano a che vedere con vita notturna e divertimento. Cibo, tradizioni, paesaggio, mare limpido e tanto altro sono stata la migliore risposta per dire che Gallipoli non è Riccione e non avremmo prestato il fianco ad un gioco al ribasso, Kalepolis è altro, allora #riccioneachi ?
Non volevate abbassarvi a Riccione, alla fine lo avete fatto. Io dico solo una cosa, facendo così non si fa altro che alimentari odio razzaiale tra nord e sud. Già i tempi di oggi sono brutti, in più ci si mette pure a fare sti giochetti.
Ognuno è libero di andare dove vuole. Per fortuna che l’Italia è bella tutta, se fosse uguale dapperttutto chissà che noia.
Perciò basta guerre come bimbi all’asilo
Hai perfettamente ragione Elisa.
Nessun campanilismo ne tanto meno miopia strategica. Solo un divertente quanto inutile gioco virale per rispondere ad una provocazione con la stessa arma.
Lo si fa per comunicazione, per goliardia, nessuno ha mai pensato a nulla di serio. Nessun angolo d’ Italia, d’Europa e del mondo, sono più o meno degni di essere visitati e vissuti, figuriamoci se cambiamo idea per 800 km. 🙂