Risultati e analisi amministrative 2016
Mentre si stanno per concludere gli scrutini, clamorosamente a rilento, soffermiamoci su risultati e analisi amministrative 2016. I primi risultati definitivi sulle amministrative 2016 offrono un quadro molto netto. Sono andati al voto 1342 comuni, di cui 23 Città capoluogo. I numeri sono interessanti, vediamoli insieme.
- 1 candidato ogni 162 cittadini
- 73% liste civiche , solo il restante 27% partiti/movimenti
- 62,14% affluenza , -5.28% rispetto alle ultime elezioni amministrative. L’astensione sale quindi a 37.86%
- Il record di affluenza è in Umbria 76% , il record di astensione è nel Lazio 58%
Perdono i partiti e il M5S, vincono le liste civiche, sia perchè numericamente dominanti, sia perchè i partiti e i movimenti, a livello locale, non hanno sufficiente appeal.
Il Movimento 5 Stelle vince la sfida di Roma e sorprende a Torino e a Carbonia. Virginia Raggi andrà al ballottaggio con Giachetti, Appendino molto probabilmente riuscirà a strappare il ballottaggio al super favorito Fassino, Paola Massidda invece, candidata 5stelle a Carbonia, porterà al ballottaggio Casti (PD). Nei Comuni capoluogo (27) questo è quanto, nulla più per i pentastellati. Il PD perde terreno ovunque, schiaffone a Napoli da parte di De Magistris, e terreno rosicato dal centro destra. La stessa Milano, che doveva essere una certezza per la favola renziana, andrà al ballottaggio, Sala contro Parisi.
Nei restanti 1319 Comuni, le liste civiche la fanno da padrona. Il M5S in molti casi assente dalla gara elettorale, si attesta su una media nazionale del 16%, meglio le liste civiche che appoggiano il PD, e quelle che sostengono il centro-destra. Una questione meramente numerica, quantitativa, piuttosto che qualitativa.
Risultati e analisi amministrative 2016, dicevamo. Allora dopo i risultati, i numeri, andiamo all’interpretazione, all’analisi.
Diminuisce ulteriormente la partecipazione al voto, si dice per l’aumentare del clima di sfiducia nei confronti della politica. Tuttavia aumentano i candidati. Per meglio dire, “non vado a votare, sono tutti uguali”, quindi “mi candido”. I partiti non hanno più un volto, chi si nasconde dietro le liste civiche, chi non ha l’appoggio del partito nazionale, altri fanno una pietosa figura, a causa dell’incoerenza, ne parlavo in questo articolo (leggi qui) . Marchini ha sbagliato tutto: campagna elettorale e alleanze. Il Movimento esulta per Roma ma non ci sarebbe nulla da festeggiare. A Roma era impossibile perdere. La presenza mediatica di Raggi, il sostegno dello stato maggiore del Movimento e la pregressa esperienza e quindi competenza della candidata hanno fatto la differenza. Non c’è nulla da festeggiare anche perchè la responsabilità è immensa, e se il sistema politico poteva offrire una trappola al Movimento, bene questa è Roma. Un città ingovernabile che per migliorare non potrà che subire una rivoluzione, e si sa, nelle rivoluzioni qualcuno ci lascia sempre le penne e su questo i partiti saranno fortissimi a rivendicare la loro benevolenza.
Il PD piange e non va meglio al centro-destra che non ha più un partito guida. Forza Italia, Partito Democratico, e Lega Nord, in realtà sono quasi scomparse, a reggere il carrozzone dei partiti, sono intervenute svariate liste civiche che, candidando un enorme numero di persone, hanno puntato alla quantità, al mero calcolo statistico, piuttosto che ad un’offerta, ad un programma di qualità.
L’elettorato è sempre più frammentato, gli elettori diventano candidati e i partiti liste civiche. Ora attendiamo di vedere chi convergerà verso chi in vista del prossimo turno di ballottaggio.
Immagini estratte dal sito del Viminale aggiornato alle ore 10:45 del 6 giugno 2016.