Dopo l’articolo Salento dall’alba al tramonto si è scatenato un acceso dibattito. Il successo del post ha spinto da una parte redazioni più o meno autorevoli a cavalcare l’onda del malcontento, dall’altro ha compattato i ranghi salentini a difesa de “lu sule, lu mare, lu ientu”.

MA FACCIAMO CHIAREZZA. Nessuno, soprattutto un salentino, consulente di marketing, che per passione e professione ha da sempre sposato e sostenuto la causa Salento, ha l’intento di demonizzare o distruggere nulla. Nell’era dell’ottimismo 2.0 sovente si scambia un’analisi critica con disfattismo, un esperto con un gufo. L’intenzione di chi scrive è quella di sostenere l’importanza di governare il turismo, non di subirlo. Di monetizzarlo, non di spremerlo. Di investire su una ricchezza orizzontale non su arricchimenti verticali. Il turismo rappresenta più del 12% del PIL del nostro Paese ed ha una notevole incidenza in territori economicamente depressi come quelli del mezzogiorno. Proteggere, sviluppare e promuovere turismo è il primo obbligo delle amministrazioni pubbliche, puro ossigeno per i privati, speranza dei residenti. 

Leggendo alcuni commenti si evidenzia un provincialismo estremista, un campanilismo fondamentalista per cui il Salento è una bomba, non esiste ne altro ne meglio e “se non ti sta bene vattene a Rimini”. In realtà ad andarsene dovrebbero essere quei mediocri, ignoranti, parassiti in un caso, campanilisti, miopi e qualunquisti nell’altro,  che per scopi più o meno leciti, per manifesta incapacità o per posizione socio-economica, si alimentano di un mercato non governato, non regolato. Ed a questi, solo a questi, la situazione attuale può andar bene.

Ma se andasse bene così, perché il Salento, ovvero la Provincia di Lecce si trova alla 92esima posizione per qualità della vita? Perché il reddito pro-capite è tra i più bassi d’Italia ed il welfare alle corde?

Perché analizzando i commenti dei turisti il 75% lamenta scarsa attenzione sull’ambiente. Come mai prezzi e servizi sono indirettamente proporzionali? Perché la Puglia è la quintultima regione d’Italia per turismo straniero?

Due mesi di successi annebbiano la vista a chi meno povero ma più misero si accontenta di portare a casa la stagione. Il turismo è ben altro. Il turismo sviluppa un’economia labour intensive, ovvero crea svariati posti di lavoro. Lo fa se il denaro incassato genera degli investimenti in servizi, mobilità, infrastrutture. Il turismo distribuisce ricchezza se questa non si accumula nelle tasche di pochi. Un turismo sano e governato è un turismo destagionalizzato, specializzato, programmato. Un turismo accessibile, sostenibile, legale. Proporre un turismo internazionale, diffuso, sostenibile, continuo e non concentrato, remunerativo significa eludere le mediocrità, scavalcare le convinzioni che turismo sia un ingresso al privè di una discoteca, l’alcolizzata in spiaggia o la prenotazione degli appartamenti.

Il turismo governato permette lo sviluppo di dinamiche di crescita non solo economica, ma soprattutto sociale e culturale.

Chi resta nella convinzione che la frisa, la pizzica, ed il Samsara siano sufficienti per sostenere il primo mercato per fatturato in Salento, deve fare i conti con le statistiche. Il Sud e le Isole insieme incassano nel settore turistico (dati 2015-16) 1/3 di quanto fa il nord. La Puglia è in cima alle classifiche di afflusso turistico solo in due mesi (luglio e agosto) scompare nel resto dell’anno dove Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Lombardia, Lazio e Trentino insieme fanno più del 50% dell’intero monte presenze.

Allora bene la frisa a 10 euro, ma solo se si vende un servizio. Bene la movida e gli eventi, a fronte di garantire investimenti in sicurezza e accessibilità. Bene il rustico a 5 euro, se in cambio si ottiene personale qualificato, cortese, e magari bilingue. Ottimo il drink a 10 euro se navigo sul free wifi. Bene 35 euro per un ombrellone se lo posso prenotare con un click e non spingendo nella calca sotto il sole a 40°. Ma con i se ed i ma la storia non si fa.

Il rischio è che non si scriva neanche un futuro all’altezza delle aspettative tradite da avidità, illegalità e mediocrità.

 

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5 commenti

  1. Articolo che rispecchia appieno il mio pensiero soprattutto sul rispetto nella natura la quale dovrebbe solo lei portarci turismo,ci mancava solo l’affare xilella dopo gli eternit delle teste di c… che li gettano ovunque,sarà una tosta mazzata per gli anni a venire, se non lo é già.
    Bisogna fare gruppo e collaborare ma il Salentino muore d invidia e non collabora nemmeno con sé stesso.
    Spero solo in una virata di pensiero e vedute sul vero turismo 2.0 e ve lo dice uno che ha visto e vissuto il turismo toscano per 11 anni. Quelli si che hanno le palle per accogliere turismo serio, otru ca smasara.

  2. ho letto questo post e quello precedente, non posso che essere d’accordo. ho passato bellissime vacanze in salento e poi sempre meno belle quando, negli anni si è verificato il processo da lei descritto. due anni fa, quando per una settimana a fine giugno ho speso come un all inclusive alle maldive in alta stagione, passando le giornate a raccattare la plastica che galleggiava vicino la riva e sulla spiaggia, a venir truffati da ristoratori che per un piatto di riso patate e cozze di cozze ne mettevano due (contate davvero), a fare aperitivi con una vista bellissima ma avvolti da gas di scarico e prodotti da discount abbiamo detto basta, per non parlare delle povere frotte di cani randagi che vagano a tutte le ore in branco, senza che nessuno si preoccupi della loro sorte o pensi comunque che trovarseli di fronte non è il massimo, se sei a piedi in zona un po’ isolata. ci sta un aumento dei prezzi, lo abbiamo sempre messo in conto ma pagare il triplo e più per vedere una meraviglia che via via si sgretola no. “e allo stai a casa tua” eh no, caro amico salentino, me ne vado da un’altra parte d’italia dove troverò paesaggi altrettanto mozzafiato ma un maggiore rispetto del territorio, da gente che dovrebbe essere la prima ad amarlo

  3. Francesco Frangioja

    Il Salento è meta delle nostre vacanze dal 2002. E’ un gioiello, ma alle volte mi sembra un gioiello gettato nel trogolo di una porcilaia. Non conosco e quindi non giudico le Amministrazioni locali, ma posso affermare con certezza che l’unico problema del Salento è la qualità estremamente bassa dei turisti che lo visitano. Sarà che conosco bene il territorio e quindi difficilmente mi si “frega” con prezzi assurdi etc, ma quest’anno come mai prima mi sono reso conto della inciviltà che vi si reca. Ok che Gallipoli è una città di mare, ma non puoi girare per Corso Roma in costume da bagno con ancora addosso la sabbia della spiaggia. Ok che sei in un resort 4 stelle e “paghi”, ma questo non ti da il diritto di colonizzare la sala da pranzo con schiere di bambini urlanti che corrono e strillano e gridano in mezzo a chi sta cercando di godersi il pranzo e la cena. Ok che per scelta o per obbligo vai in spiaggia libera a Punta Prosciutto, però la tua immondizia te la raccogli in un sacchetto e te la porti via a fine giornata.
    Ok che pagare il parcheggio da fastidio a tutti, ma tu non puoi parcheggiare a bordo strada sulla Litoranea inficiando la normale circolazione. Sembra facile e più immediato dare la colpa ai Salentini, ma non è sempre così. Certo, più controlli (mai viste tante persone in moto senza casco, in auto senza cinture e un parcheggio così selvaggio) non farebbero male.

  4. Concordo con tutti gli interventi sopra, aggiungerei quanto i salentini stiano subendo questa situazione.
    Si paga dappertutto, dai parcheggi più sperduti agli ombrelloni che hanno invaso il litorale lasciando le spiagge libere solo per i posti più scomodi.
    Ambulanti irregolari che ti tormentano continuamente, pattini e barche che si spingono oltre i limiti previsti. Reti calate per centinaia di metri nel sottocosta. La viabilità sulle strade una giungla.
    Evviva!

  5. Bravo Alberto Siculella, questa volta sono d’accordo al 90 %. Hai perfezionato il tiro ed hai fatto centro.

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