Social media : c’è un motivo in più per attivarsi in iniziative di impatto sociale.
I social media hanno cambiato l’impatto sociale delle iniziative pubbliche e private, Expo 2015 si avvia alla conclusione, la manifestazione internazionale ha avuto come tema “nutrire il pianeta”. Un tema di grande valore sociale, veicolato come mai prima sui social media. Tante le iniziative, la più importante è stata sicuramente la redazione della carta di Milano , un documento con il quale ci si propone di agire con nuove politiche mirate allo sviluppo sostenibile e alla diffusione di strategie mirate a “nutrire il pianeta”, appunto.
Ma tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare. Come al solito ciò che permette veramente di cambiare il mondo è la cittadinanza comune, l’iniziativa del singolo. Gesti piccoli, quasi insignificanti ma concreti.
Da qualche tempo a questa parte, una forma di comunicazione sociale è quella messa in atto dalle imprese che operano nel campo del food. Ristoranti, bar, alimentari, forni, sono impegnate a diffondere una cultura volta ad evitare lo spreco in favore di banchetti sociali, dove acquistare a prezzi stracciati o addirittura regalare il cibo in avanzo per evitare di gettarlo.
Da questo punto di vista i social media sono un importante vetrina di comunicazione, con essi le singole iniziative diventano uno strumento di promozione di valori sociali e di diffusione di una cultura più responsabile. A volte per legge, come nel caso dei supermercati francesi, a volte per iniziativa di responsabilità sociale, assistiamo da qualche anno all’incremento di operazioni di grande impatto sociale, che assumono grande risonanza tramite i social media.
E’ così che in Spagna un ristorante offre il cibo in eccedenza, già pronto da portare via.
Un’iniziativa che in Spagna è stata accolta nel migliore dei modi e che è valsa la diffusione virale del nome del ristorante. Iniziativa questa che si sta diffondendo in tutta Europa e in Italia, dove un forno del Salento mette a disposizione del pane per i più bisognosi .
Sicuramente l’idea non schiva l’autopromozione ma davanti ad un’iniziativa sociale, con propositi così validi, certo non si può celebrare solo lo spirito pubblicitario dell’operazione che comunque appare evidente.
La comunicazione sociale d’impresa di fatto ha sempre la difficoltà di collocarsi in un limbo in cui la promozione di valori etici diventa un veicolo di promozione commerciale. I social media hanno permesso di ingigantirne la portata e di rendere un piccolo gesto, come quello di mettere a disposizione del cibo altrimenti da buttare, un’ azione virale e di grande impatto positivo per l’impresa.
Instagram, Facebook e Twitter vengono in questo caso utilizzate e in automatico rilanciate da utenti comuni come da testate locali e nazionali.
Non sono certamente le prime attività sociali e non saranno neanche le ultime ma sicuramente rappresentano ottime best practice da prendere ad esempio. A tal proposito un articolo della redazione di SkyTg24 raccoglieva alcune delle iniziative più rilevanti in un pezzo intitolato ” Cibo, quando il web aiuta a non sprecarlo “.
Ad essere critici ci si potrebbe chiede perchè anche senza i social quest’attività non sia spontanea e dovuta, ad essere ottimisti, invece, meglio tardi che mai. In attesa che la carta di Milano, come tutte le iniziative governative, non aspettino campagne pubblicitarie o grandi eventi per parlarne ma dettino le linee guida, con regolamenti e leggi, per una gestione migliore del food e della sostenibilità nella produzione e nella diffusione degli alimenti.