E’ boom, anzi è crisi, uguale agli altri anni. Sul turismo ogni anno si sprecano commenti, opinioni, valutazioni e post alla ricerca spudorata di like, condivisioni e viralità. La differenza tra un’opinione soggettiva ed una valutazione oggettiva è fornita dai dati. Diamo perciò un quadro oggettivo, basato su dati realistici e non su presunte valutazioni.
PREMESSA: gli unici numeri certi sono quelli derivanti dalle statistiche dell’Osservatorio del Ministero con ENIT e dall’ISTAT, e questi dati sono disponibili sui siti ufficiali, e riguardano l’anno precedente alla pubblicazione, ovvero, entro novembre-dicembre 2019 sapremo i dati del 2018. Allo stato attuale disponiamo dei dati 2017.
FAKE NEWS, SENSAZIONALISMO E PROPAGANDA.
No, la Puglia non è mai stata “eletta le Regione più bella del mondo”, non perché non possa puntare ad esserlo, ma perché non è mai esistita una nomination del genere. (Leggi l’articolo). Era solo una delle tante fake news prodotte per gonfiare il petto e promuovere subdolamente la nostra Regione.
Smontiamo da subito alcune notizie false o montate ad arte per sostenere la propaganda di alcuni amministratori più abili nella comunicazione che nella gestione turistica dei territorio. Sostenere che il turismo sia in aumento perché sono aumentati gli introiti da tassa di soggiorno è come sostenere che siano sempre di più i proprietari di prima casa perché più persone pagano il canone RAI. E’ il caso del Comune di Lecce dove l’evasione della tassa di soggiorno era tanta e tale che in un solo anno si è passati da poco più di 500 mila euro a oltre 1 milione. E’ evidente che un balzo del genere non può significare che le presenze siano raddoppiate, ma che gli ottimi controlli effettuati hanno evidenziato una grande fascia di evasione della tassa. Perciò non è raddoppiato il turismo, ma dimezzata l’evasione degli oltre 500 B&B in città.
Meno turismo di massa, più turismo di qualità? Qualità e quantità sono due concetti ben differenti e l’uno non esclude l’altro. La propensione alla spesa non è la capacità di spesa, e sarebbe folle pensare che un 20enne non sia in grado di spendere più di un 40enne, poiché la disponibilità del primo potrebbe essere data da un reddito genitoriale più alto e da una propensione al consumo più accentuato. Solo perché si è incapaci di governare, pianificare, gestire un mercato turistico, non si può sostenere che non sia un buon mercato. E’ il caso di Gallipoli dove oggi le presenza sono nettamente diminuite, con un sostanziale mantenimento nel mese di agosto, e qualcuno sostiene che questo ha portato ad un turismo “di qualità”. Come valutare la qualità di un turista? Dagli schiamazzi ? (chi li valuta?) Dalla spesa pro capite? Anche quando è conclamata la diminuzione dell’evasione fiscale, grazie alle nuove norme e all’aumento dell’utilizzo delle carte di pagamento al posto del contante. Una cosa è certa; la spazzatura e l’incuria c’erano prima, c’è adesso, e i locali dismessi potevano essere riutilizzati piuttosto che abbandonati al degrado.
Sono aumentati gli arrivi in Puglia. Si, ed è un trend destinato a crescere. E i servizi? Le ricadute economiche, sociali, occupazionali? Un buon amministratore non deve sbandierare i dati di un trend mondiale facendoli propri come fosse merito suo, ma dovrebbe dare risposta a queste domande, per governare un flusso in crescita, senza sottoporre i suoi cittadini ad altre dinamiche di turismo subito. 5 ore dall’aeroporto di Bari ad una località costiera del Salento, questo è il punto su cui lavorare. La puzza di fogna, le strade dissestate, l’assenza di rete, di indicazioni chiare, di guide interattive; l’assenza di strutture per le disabilità, i servizi animal friendly e tanto altro ancora, c’è da fare, tanto, troppo, invece di fare le cicale, bisognerebbe iniziare a lavorare come le formiche.
MA QUALE INTERNAZIONALIZZAZIONE? La Puglia, nonostante una costante crescita di presenze straniere, continua a rimanere tra i fanalini di coda, mantenendo un turismo prevalentemente italiano con una quota del 78,5% sul totale.
MA QUALE DESTAGIONALIZZAZIONE? La Puglia continua ad essere in cima alla classifica solo nei mesi di luglio e agosto, qualche miglioramento a maggio e settembre, il resto è il nulla che avanza. Non c’è nessuna località pugliese nella classifica annuale delle principali 50 località per pressione turistica, non c’è nessuna crescita contestuale sullo scenario italiano, ma solo in variazione % sugli anni precedenti su base regionale (dove ad incidere è un trend globale).
Da settembre, passata la sbornia agostana, si faranno tante chiacchiere post ombrellone, ed il turismo tornerà ad essere un tema in voga da maggio in poi. Chi ha battuto cassa difenderà il modello, chi non è riuscito a monetizzare lo maledirà, ecco perché il turismo dovrebbe avere, da parte delle amministrazioni, un’impronta manageriale, per dettare la linea, fornire strumenti, invece dei soliti tavoli tecnici utilizzati per stringere rapporti, relazioni e promesse elettorali.