Il comparto in assoluto più colpito dalla crisi pandemica è quello del turismo, la cui anima si fonda sullo spostamento e sul pernottamento in altro luogo; quanto di base vietato ovunque. Un crollo che nei numeri non potrà che tornare ad un punto di equilibrio dopo anni di “normalità”.
Il turismo vale circa il 15% del PIL italiano, ma considerando l’indotto indiretto si potrebbe stimare intorno al 20%.
La crisi di Governo sta rendendo ancora più lento il già debole sostegno al comparto che al momento gode di questi aiuti:
- esenzione prima rata 2021
- estensione credito d’imposta al 60% del canone di locazione per agenzie viaggio e tour operator
- fondo da 1,5 milioni all’anno per un triennio per sostenere la scelta della vacanza in Italia agli italiani residenti all’estero e registrati all’AIRE garantendo l’ingresso gratuito della rete dei musei delle aree e dei parchi archeologici di pertinenza pubblica.
- un Fondo, con una dotazione di 4 milioni di euro per l’anno 2021, per la tutela e valorizzazione delle aree di interesse archeologico e speleologico.
- si estende il contributo a fondo perduto per attività economiche e commerciali nei centri storici di rilevante interesse turistico.
- un Fondo sperimentale per la formazione turistica esperenziale con una dotazione di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, per migliorare le capacità professionali degli operatori del settore e aumentare l’attenzione, da parte degli stessi, alla sostenibilità ambientale.
- Un Fondo perduto alle imprese, ancora in alto mare, conseguenza diretta della crisi di Governo.
La crisi colpisce soprattutto le mete internazionali, che vedono in Venezia, Roma, Firenze, Milano, Verona, Napoli le principali attrattive italiane che sole attraggono oltre il 60% del turismo internazionale nel nostro Paese.
Le restanti mete, ammiccano ad un turismo interno. Ecco le parole chiave del turismo del 2021:
- turismo di prossimità, ovvero viaggi brevi a pochi chilometri.
- turismo di precisione, un turismo nel quale nulla è lasciato al caso e i servizi diventano la prima garanzia per il turista:
- Date flessibili e garanzie di cancellazione per rimborso crescente (più lontana è la data maggiore è il rimborso)
- Servizi su prenotazione per aumentare riservatezza e sicurezza ( aree attrezzate, stabilimenti balneari e termali, aree riservate per il food, lo sport, servizi in camera e tanto altro.)
- Promuovere il lungo periodo di soggiorno integrando più aree interessate, servizi da erogare, mettendo a sistema gli operatori dal ristoratore al commerciante passando per le agenzie che offrono escursioni, visite guidate e intrattenimento culturale.
La parola d’ordine resta digitalizzare. Ad oggi, solo il 43% degli operatori della ricettività è online con una propria presenza strutturata, preferendo portali orizzontali (Booking, Air B&B ecc.). Le commissioni, piuttosto che una scarsa identificazione della propria capacità attrattiva, ceduta alle strategie del pricing dinamico, fanno si che il turismo dominante sia mordi e fuggi, low cost, last minute e in alta stagione.
Una presenza strutturata permette un vantaggio competitivo nella bassa stagione, l’ottimizzazione di tariffe sul lungo periodo e l’aumento del pernotto medio, crollato nella domanda interna da 3,2 notti a 2,1.
Sviluppare la propria presenza online significa aggiornare continuamente i social (il 71% degli utenti cerca info, foto e dettagli sulle pagine social prima di scegliere la meta), entrare in relazione con operatori della propria area geografica, disporre di un sito totalmente responsive, ovvero di facile lettura su ogni dispositivo (il 59% delle prenotazioni avviene da smartphone) e con area booking riservata nel quale gestire la propria strategia di prezzo in maniera complementare e rafforzativa rispetto alle tariffe degli intermediari.
Buon lavoro e buona fortuna a tutti gli operatori del settore.
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